OMBRE
Liberamente ispirata a “Paese d’ombre” di Giuseppe Dessì (Arnoldo Mondadori, 1972)
(N.Pisu/N.Pisu)
Ombre affaccendate
di uomini stanchi
nuvole a branchi
sulle case diroccate
il paese scende a valle
come scivola uno scialle
La falce della luna
stagliata sopra il monte
il fiume sotto il ponte
a volte fa paura
un’ombra in faccia
volo sghembo di beccaccia
Qualche festuca di paglia passa
da una vasca all’altra
seguendo il filo della corrente
incessante quanto il tempo
momento dopo momento
Il tempo infinito
fra preghiere e scongiuri
sui grappoli maturi
nelle ruote di granito
col vomero lucente
rivolta il presente
In piazza Frontera
quella dell’ultima forca
con la faccia sporca
giocano in qualche maniera
poi ombre di vite sfruttate
nelle montagne sventrate
Tirandosi dietro la sua ombra
come un topo con la coda
la vita sospesa sugli olivi di Balanotti
tutti i giorni e le notti
Nel cerchio di un ballo tondo
si stringono le mani
e l’oggi si fa domani
nel rozzo girotondo
di contadini e bovari
spose bambine per gli altari
Sopraffazione del potere
silenzio di una strage
il destino che rifugge
giustizia e amore
per questi figli della povertà
almeno un po’ di pietà
Gli spiriti cercano brandelli
di anima, bioccoli di lana
impigliati fra i capelli
i coltelli e gli anelli