IL PROFESSORE
(N.Pisu/N.Pisu)
Fin da giovinetto
consegnai il mio cuore
alla cultura greca
rinchiuso ore e ore
nelle enciclopedie
mi chiamavan professore
e dopo quelle pagine
incontrai la voragine
e dopo quelle pagine
incontrai la voragine
Persi la ragione
contando gli anni a venire
provando anche a vivere
prima di finire
nella morsa della vita
facendoti morire
osservai la battaglia
da un collo di bottiglia
osservai la battaglia
da un collo di bottiglia
Dicevan che la sfiga
fosse per me la mancanza
di una buona moglie
d’amar con osservanza
uscii perdente dall’amore
sconfitto a oltranza
chi alla finestra canta
la mia sembra che non senta
chi alla finestra canta
la mia sembra che non senta
E dopo ogni sconfitta
affogavo il dispiacere
nelle ore così piccole
da starci in un bicchiere
ora mi chiaman professore
professore ubriacone
imbecilli senza cuore
tutti famiglia e pallone
imbecilli senza cuore
tutti famiglia e pallone
Vivo in disparte
mi nutro ancora di scrittori
considero virtù
saper pensar da soli
certe notti mi capita
di aver delle visioni
discuto con Dioniso
e il suo acerbo sorriso
discuto con Dioniso
e il suo acerbo sorriso
Quanto più vuoto la botte
quanto più lui appare
quanto più mi sorride
quanto più continuo a bere
son diventato schiavo
del vino e del sapere
la mattina vado a letto
poi di corsa al gabinetto
la mattina vado a letto
poi di corsa al gabinetto
A colpi di bastone
ha saputo risanare
d’abete e tralci d’edera
il mio più grande male
mi lavo nell’alcool
distillato di piacere
e quanto è bello adesso
con le Mènadi a far sesso
e quanto è bello adesso
con le Mènadi a far sesso
Quanto mi diverto
mascherato d’euforia
con le compagne di stravizi
che abitan la via
poi sprofondar nel sonno
di miele e così sia
e ritornare ubriaco
poco dopo svegliato
e ritornare ubriaco
poco dopo svegliato