BARBA BIANCA
(N.Pisu/N.Pisu)
Con la sua lunga barba bianca
e il solito gonfiore alla pancia
il vecchio sperduto per le strade
come tutte le vigilie di Natale
si aggira barcollante
discute coi lampioni e con le piante
le vetrine di luci intermittenti
catturano lo sguardo dei passanti e degli amanti
Il corpo prono e deriso
signora miseria segna il suo viso
scrivendo l’alfabeto
di chi vive di elemosina senza tetto
farfuglia fra sè e non gli frega
tanto a qualcuno, lo sa, i sogni avvera
La tavola è servita
e Barba bianca nessuno mai lo invita
come vuole la leggenda comincia a nevicare
freddo cane, nulla da mangiare
vecchio bevi e rallegra la tua realtà
immaginando briciole di umanità
E non lasciarti andare quando saprai
delle tante lettere che ricevuto non hai
vedi, sarebbe ancor più triste
averle lette dopo un caro, una lista di richieste
o forse ti avrebbe fatto piacere
e il buon vino decanta nel bicchiere
Barba bianca quanto è fredda la città
desideri in fumo dai camini, segui la tua scia, và
Ma poi qualcuno vedendolo tremare
gli fa cenno di entrare
si parla di niente e di tutto
un sorriso poi si volta, un saluto
vedi, c’è sempre chi chiede e chi dà
è il cinismo di questa società
Barba bianca a qualcuno hai regalato un pò di felicità
vecchio bevi, il tuo vino colora la città
ora appartati, si festeggia per le strade
dormi tranquillo che manca un anno
che manca un anno a Natale