Cantami di questo vento
Girotondi di vaste solitudini si muovono tra le linee melodiche disegnate da un giovane cantautore del nostro tempo. Sguardo che sfila e cuce, come sospinto da un buon vento, i richiami di un sentire profondamente umano. Ogni espressione, traccia di un’opera letteraria o slancio d’inventiva poetica, avanza scandita da un cantato avvolgente e accende il tempo dell’ascolto per queste Storie in forma di canzone di Nicola Pisu. Raccolta di immagini narranti che cercano lo spazio per raccontarsi e riposano su paesaggi sonori abitati da movimenti strumentali in armonica mescolanza. Il mare, con il suo moto oscillante che culla e trasporta, diventa spazio prediletto che accoglie le lacerazioni del dolore. Nel mare si conserva un amore senza via di scampo e scivola il pianto di Maria Maddalena, amante e madre che guarda la vita da una feritoia. Sulla pianura di sale vive il pescatore con la sua pelle bruciata e imbevuta di solitudine, il cui destino si consuma nel sentiero suggerito da una pallida luna. Acqua che scorre e rovescia le vele gonfie di algebre del vittorioso Colombo, eroe perdente tra il massacro dei nativi. Mare che si infrange sulla riva di altri mondi emarginati, quelli da cui proviene la voce di un professore che si appella alla vita mascherandosi d’euforia.
Anche nel discreto passare della protagonista della prima storia tuona il delirio della solitudine, risolto invocando la salvezza nel richiamo di un amore di figlia.
E ancora si riflette sulla fatalità del destino umano nel nucleo dedicato alla Sardegna, dove si muovono comparse carnevalesche dai presagi funesti. Resta sospesa, tra le storie, la voce di un ideale smisurato: emerge dai frantumi della sua vita invisibile, l’incantevole ritratto del giovane Franco Serantini il cui grido libertario annegò sul Lungarno come un sogno impossibile. Girotondi segnati dalla carica vitale di una folla umana che si muove tra smarrimenti e speranze nel tracciato dell’esistere. Nella scrittura in musica di Nicola Pisu, autore e compositore delle tredici canzoni che compongono l’album, la forte propulsione narrativa si dissemina in un lungo percorso che non tradisce la cifra stilistica prescelta ma si carica di esperienza e sperimentazioni intrise di buon vento.
Laura Medda