A dieci anni dal suo debutto, è tornato Nicola Pisu con “Canzoni Sparse”, definito dallo stesso cantautore sardo “una silloge di canzoni spaiate”, remixate, rimasterizzate e spesso anche riarrangiate. Nicola Pisu ha cucito una nuova veste su molti dei brani di “Canzoni Sparse”, ma è riuscito a mantenere saldo il legame esistente fra il suo stile e la miglior tradizione cantautorale italiana, inglese e americana, con un ruolo centrale assunto inevitabilmente dalla solita ispiratissima scrittura, unita ad accompagnamenti mai pomposi, ma sempre eleganti e funzionali al contesto. Ciò che colpisce, sin dalle prime battute, è proprio la ricchezza di contenuti e l’eterogeneità di schemi che, comunque, si rivelano sempre straordinariamente efficaci: in apertura, è il piano a dominare in un pezzo leggero e vagamente malinconico (“Monsieur Il Mago”), mentre una digressione folk (“Pianura Di Sale”) anticipa la crepuscolare “Tanche Brulle + Abacrasta”. Fasci di luce invadono “Toro Capovolto” e soprattutto la deliziosa “Il Professore”, che apre al jazz. Con “Novembre + Tema Girotondo”, “La Strega Della Guerra” e “Nel Cielo Sia” si torna a schemi più classici e l’umore generale s’incupisce leggermente. “Il Gallo Canta” abbozza nuovamente scenari folk, poi “Mirabilis” porta dentro ambientazioni rarefatte e vagamente oniriche. La chiosa è affidata a “Maria Maddalena che piangeva nell’oceano (epilogo)”, una ballata dalle vibranti increspature rock. “Canzoni Sparse” sarà facilmente apprezzato da tutti gli amanti del genere e della tradizione: Nicola Pisu ha ribadito ancora la sua sensibilità e il suo talento con l’ennesimo lavoro di spessore, a suggellare una decade costellata di ottimi lavori. (Piergiuseppe Lippolis)