_SCAMPOLI DI CORRISPONDENZA DI UNA DECINA DI ANNI FA O POCO PIÙ

SCAMPOLI DI CORRISPONDENZA DI UNA DECINA DI ANNI FA O POCO PIÙ

“L’amore è uno scampolo mortale di immortalità”
Fernando Pessoa

Mentre rovistavo negli archivi elettronici per far ordine e pulizia, mi sono imbattuto in vecchie corrispondenze sulla musica e le attività a essa inerenti. Seguono avanzi che generalmente si vendono sottocosto: la liquidazione degli scampoli di corrispondenza di un cantautore. Ce ne sarebbero in quantità, ma qui ne riporto solo alcuni di scarso metraggio.
La cartella Girotondo è indubbiamente la più ricca, esonda di lettere. Invece, da quella che intitolai Abacrasta, ho ripescato alcuni pareri: il primo è di Fabio Antonelli, colui che fece la prima recensione di Abacrasta e dintorni per “L’isola che non c’era”. Nel 2009 scrisse nel suo blog su Myspace, comunità virtuale-rete sociale creata nel 2003 (poi ci fu il genocidio perpetrato dai nuovi social), quanto segue:

Martedì 1 settembre 2009
INCONTRI DI UNA SERA DI FINE ESTATE.
Categoria: Scrittura e poesia

Ieri sera, ho avuto la fortuna di poter ascoltare direttamente dalla voce di Salvatore Niffoi la presentazione del suo nuovo romanzo “Il pane di Abele”, durante uno degli incontri con l’autore organizzati dall’Associazione Cultura Parolario (www.parolario.it) nella Piazza Cavour, proprio a fronte lago.
L’incontro, moderato da Stefano Salis (giornalista del Sole 24 Ore) è stato letteralmente condotto per mano dallo stesso Niffoi che ha saputo incantare per più di un’ora il folto pubblico presente e che come un fiume in piena ha raccontato aneddoti, esperienze della propria vita di insegnante e scrittore, del rapporto di vera amicizia che lo lega alla propria casa editrice Adelphi, ma soprattutto dei temi delle sue opere che restano universali pur partendo da un legame viscerale con il proprio territorio (la Barbagia).
Il raffronto tra mondo locale e globalizzazione, il senso del dolore, il rapporto con la morte sono solo alcuni dei temi toccati e toccanti, resi in considerazione da Niffoi in questo suo discorso a braccio.
A fine incontro è stato poi letteralmente circondato dai lettori per autografi e dediche per più di un’ora ed anche io ho potuto finalmente parlargli e ringraziarlo per quel capolavoro che è “Il viaggio degli inganni” (Il Maestrale 1999) che ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada attraverso un disco “Abacrasta e dintorni” del giovane Nicola Pisu, appena recensito da me per il sito musicale “L’Isola che non c’era” (www.lisolachenoncera.it).
Nell’angusto e ristretto spazio di un disco Nicola Pisu ha saputo rapprendere gli umori, le emozioni ed i forti sentimenti del suddetto romanzo e di un’altra opera fondamentale di Niffoi “La leggenda di Redenta Tiria” (Adelphi 2005), un messaggio di speranza in una terra di morte “Ad Abacrasta, di vecchiaia non muore mai nessuno, l’agonia non ha fottuto mai un cristiano. Tutti gli uomini, arrivati ad una certa età, si slacciano la cinghia e se la legano al collo. Le donne usano la fune”.
Da applausi sia Pisu, sia Niffoi, cercateli e ne resterete sorpresi.

Poi, con piacere, ho riletto una mail di Alessio Lega, che qualche tempo dopo incontrai di persona a Cagliari per un suo concerto. In quell’occasione, da buoni anarchici, ci scambiammo reciprocamente alcuni nostri CD.

Carissimo Nicola, ho già ricevuto – a da un bel po’ – il tuo CD. Innanzi tutto ti chiedo scusa se ti rispondo dopo tanto tempo, ma sono stato afferrato giorno per giorno da una girandola di concerti-impegni-registrazioni-prove e casini un po’ più personali che mi ha un po’ tolto il fiato. Ho però avuto così tempo e modo di ascoltare e riascoltare il tuo lavoro. Che dirti? è un lavoro bello e curato, con molto cuore, molta attenzione, un lavoro prezioso, suonato in maniera splendida e cantato con una passione non aggressiva. è un lavoro che non cela le sue origini e i suoi riferimenti. Se mai posso farti una critica – non riesco mai a tacere quello che penso, nel bene e nel male – è quella che l’orizzonte generale, la cornice del quadro resta un po’ criptica… insomma chi come me non ha letto il testo letterario a cui ti riferisci non coglie la storia che stai raccontando. Io penso che un disco vada invece ascoltato e compreso pienamente da sé. Spero allora di sentire presto tue nuove cose. Spero anche di incontrarti di persona… credo che verso l’inizio di giugno potrebbe concretarsi un mio giro dalle parti di Cagliari. Potrebbe essere una buona occasione. Ciao.
(Alessio Lega, 08/04/2010)

Infine, fra i ritagli che qui riporto, ma le cartelle della posta elettronica ne sono piene a zeppa, ecco questi quattro.
Il primo mi commuove e si riferisce evidentemente alla mia prima serata in compagnia di Savina Dolores Massa e Gianfranco Fedele.
Il secondo mi fa sorridere: è il monito di un caro amico che mi rimproverava con severità per aver rifiutato di andare a ritirare un premio assegnatomi nel continente nel 2010.
Il terzo è un parere di Giorgio Cordini, chitarrista di Fabrizio De André.
Il quarto, l’ultimo, l’ho utilizzato tante volte negli anni a seguire con tecnica di copia e incolla.

Appena giunti a casa abbiamo ascoltato il tuo lavoro, in incanto. La tua bellezza interiore l’avevo già intravista, pur nascosta dal tuo carattere schivo. Ma da solo hai saputo esprimerti con una forza indiscutibile, con una voce alta, con dei contenuti preziosi, con delle sonorità vitali. Ti ringrazio molto per questo dono tra le mie mani, per questi tuoi silenzi, per il rispetto che concedi alla vita. Capisco perché comprendi bene Erri De Luca. Ti abbraccio, Savina
(Savina Dolores Massa, 03/11/2010)

A 20 anni l’avresti fatto per la gnocca, a 40 lo puoi fare ad esempio per Emergency… magari ci sono 2000 giovani e ti puoi prendere due minuti di tempo per far capire quanto è importante mobilitarsi contro tutte le guerre… e poi gli dici che non ti interessa vincere e che sei venuto solo per dire quello che canti in Abacrasta e te ne vai.
[L.B. riguardo un premio nazionale rifiutato del 2010]

Hai fatto bene a mandarmi la tua nuova canzone. In effetti avevo a suo tempo ascoltato il tuo CD e non ti avevo mai risposto. Mi era piaciuto innanzitutto per i testi e senza dubbio anche per la ricerca nell’accostamento di suoni semplici ma di effetto. In particolare “Abacrasta” mi prende anche ora che lo riascolto. E non ho spiegazioni precise, credo sia la capacità che hai di trasmettere emozioni. Toccante anche la canzone per Teresa. Spero ci si veda prima o poi! Un abbraccio, Giorgio (G.Cordini, 2011)

Ti ringrazio per il gradito invito, ma faccio un tipo di canzoni che hanno necessità di un ascolto attento e non credo che i locali dove, giustamente, si va per chiacchierare, bere e mangiare, si prestino allo scopo. Oltretutto ho i miei limiti: non so cantare se c’è troppo rumore e confusione. Comunque andrò certamente a trovarti di persona, con qualche amico, per bere un calice o una birra. Cari saluti, N.
(2008…2022)

Tutti i pareri, soprattutto quelli entusiasmanti, contribuirono a formarono in me un’attesa, quella che rende i frutti più dolci; ma a volte, quando il tempo è eccessivo, li restituisce completamente marci.

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