_LETTERA A MARCO BALIANI

LETTERA A MARCO BALIANI
Aprile 2019

Caro Marco,
come sai, Giancarlo Biffi ha indicato il mio nome per accompagnarti nel tuo spettacolo.
Ovviamente, sarei onorato di poterti accompagnare, ma ritengo indispensabile spiegarti bene cosa sono in grado di fare.
Qualcosa di simile accadde un’altra volta, quando Giancarlo mi propose per il monologo di Don Gallo. Ma allora la questione fu per me abbastanza semplice, naturale, adatta: voleva che suonassi alcuni pezzi di De André e tale richiesta era assolutamente esaudibile.
Ho detto a Biffi di indicarti il mio sito, così che tu possa capire di cosa mi occupo e della mia nicchia artistica: scrivo e canto le mie canzoni, suonando la chitarra a un livello non “accademico”, ma più che sufficiente per adagiarvi sopra le parole, senza virtuosismi di sorta. La mia scuola è quella classica (De André, Guccini, De Gregori). Non faccio nulla di innovativo e uso la musica fondamentalmente per raccontare delle storie, a volte inventate, a volte ispirate a qualche romanzo…
Ti dico questo in quanto non vorrei ti aspettassi chissà che e perché ti senta libero di rifiutare la mia candidatura (partita da Biffi).
Cosa potrei fare durante il tuo spettacolo, nei punti da te indicati?
Un tappetto sonoro semplice, qualche arpeggio, qualche suono pizzicato, melodie originali (di mia composizione — potrei spogliare alcuni miei pezzi del testo e fare delle variazioni sulle armonie), che non inficino in alcun modo la tua narrazione, senza la pretesa di abbellirla, ma solo creando uno sfondo dove richiesto. Nulla di più.
Quindi, sentiti libero di decidere e, nel caso optassi per me, sappi che non potrai chiedermi di accennare a una fuga di Bach, di fare un pezzo dei Beatles o chissà quale ritmica.
Con queste righe era mio intendimento essere chiaro, essendo io un cantautore e non un musicista puro, per onestà intellettuale e rispetto del tuo lavoro, oltre che del mio, e perché non amo vendere aspettative che non sarei in grado di soddisfare.
Un caro saluto, Nicola

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