CANZONI, DÉCOUPAGE ED EPITAFFI
“Nicola Pisu, ingegnere per necessità e cantautore per passione”. Non è un epitaffio, bensì una definizione che mi affibbiò molti anni fa un amico fraterno e collega. In effetti era lucidamente azzeccata, visto che il mestiere di ingegnere sostenta il mio stomaco approvvigionando il pane, mentre il secondo, non esattamente una professione, appaga l’anima.
Più di una volta mi si è fatto pesare, con ragione, il contrasto fra una formazione personale così tecnico-specialistica e una passione invece artistica, umanistica. Ovviamente, oltre alle ragioni giocano un ruolo fondamentale anche i luoghi comuni sui due argomenti, come pensare che un artista debba essere per natura disordinato, mentre, un ingegnere preciso come un matematico svizzero. Io incarno entrambi le figure o sto in mezzo fra le due, anche se la definizione di artista non mi piace — basta e avanza cantautore —, e sono piuttosto metodico e sistematico, se non altro per pigrizia intellettuale: odio perdere tempo a cercare le cose, dover pensare a dove possano essere documenti, plettri e appunti, stacciare alla ricerca di corde o chiavi. Quindi, la mia indole ha scovato la soluzione: metodo e precisione.
Ho sempre conservato appunti e bozze per possibili canzoni, in versi, in prosa, sotto forma di disegni o schemi, qualche volta riportanti una data, spesso ispirati o trafugati da un libro o da una rivista che stavo leggendo. Il problema, però, era il recupero di quelle chiose, magari smarrite fra le pagine dei libri letti e riposti chissà dove, o in una miriade di foglietti difficili da ritrovare dentro i cassetti; figurarsi da ricomporre e utilizzare proficuamente nella scrittura di un nuovo pezzo!
Durante la lavorazione dell’album “Girotondo”, una collaboratrice con formazione e piglio filologico, mi spiegò l’importanza di custodire le tracce di tutte le varie fasi e versioni dei testi delle canzoni. Così, più o meno in quel periodo, cominciai a ordinare tutto il materiale manoscritto, per poi radunarlo con tecnica di découpage in un raccoglitore con scritto nel dorso “Appunti Canzoni Mie”, con le A cerchiate, come un vizio di spavalda memoria.
Nel contempo creai il file “Diario di un cantautore”, nel quale cominciai a trascrivere alcuni di quegli appunti e a scrivere nuovi spunti e riflessioni nei momenti di manchevole ispirazione o di pregevole scazzo.
La stessa sezione del sito, “Note sparse”, contiene accorpamenti pratici di quei passi.
A cosa possa servire questo lavoro ancora non mi è chiaro, nonostante in molte occasioni mi sia tornato utile nella riscrittura e revisione di vecchie canzoni, operazione che costa altrettanta fatica della scrittura ex novo.
Ritagliando, combinando e incollando il materiale ho scorto il beffardo disegno della mia futura lapide, con tanto di epitaffio: “Nicola Pisu, cantautore. Ignorato da vivo e dimenticato da morto”.
E non spunta nemmeno un’erbaccia in fiore, come nel marmo di Chase Henry…
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